sabato 12 aprile 2014

Gli inviati dell'ambasciata schedano i profughi eritrei (di Melania Coniglio e Marilena Ortolano)



I naufraghi sopravvissuti alla strage del tre ottobre temono vendette nei confronti delle loro famiglie e  non vogliono consegnare la lista dei loro nomi per non mettere a rischio i familiari rimasti in Eritrea. Da parte di coloro che sono arrivati vivi a Lampedusa non vi è stata nessuna collaborazione.
La notte più nera che l’isola ricordi ha provocato 365 morti, fra cui molti bambini. I naufraghi che si sono salvati adesso sono al centro di accoglienza e raccontano i tentativi di contattare l’ambasciata per identificare i superstiti. Tre ragazzi eritrei la notte stessa e ancora oggi lavorano per raccogliere le testimonianze e ricostruire le identità dei sopravvissuti, collaborando con le autorità italiane.
I migranti hanno scritto una lettera alla ministra dell’integrazione Cecile Kyenge per chiederle un incontro ed ella ha fatto sapere di aver ricevuto la lettera e che, nei prossimi giorni, parteciperà alla commemorazione funebre delle vittime. Si tratta di un funerale per due naufragi: quello del tre ottobre e l’altro della settimana successiva. A questa commemorazione non sarà presente il sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini perché in quella data verrà ricevuta dal Presidente della Repubblica. La Nicolini afferma di essere amareggiata poiché la commemorazione non si terrà a Lampedusa e perché la comunità della sua isola non merita di essere coinvolta in una decisione già presa da altri.

Nessun commento:

Posta un commento